Care amiche, cari amici,
Sembra che l’individualismo e l’egoismo siano diventati i valori fondamentali della società. Il capitalismo selvaggio e il neoliberismo saccheggiano gli stati e il bene pubblico, a vantaggio di ristrette oligarchie: sembra quasi che l’obiettivo sia far tornare il mondo all’epoca della prima rivoluzione industriale, con una marea di lavoratori senza diritti, schiavi di pochi individui proprietari d’immense fortune. Questa situazione si ripropone anche a Trieste: una piccola oligarchia controlla la politica e le attività economiche in una maniera palesemente distruttiva per il territorio, fiancheggiata da vari gruppetti interessati e molto rumorosi, che si vendono per pochi denari danneggiando consapevolmente i propri concittadini.
La ricerca del bene comune, che va al di là del beneficio immediato e dell’individualismo esasperato, è qualcosa di difficile ma non impossibile da raggiungere. Bisogna, anzi si deve iniziare a pensare al nostro ruolo nella società, a come il nostro lavoro, il nostro civismo e le nostre azioni possono influire nella società per migliorarla.
Questa non è più una questione di stantie ideologie nazionaliste che arrivano direttamente dall’ottocento o di propaganda del ventennio: è un problema di tutta la comunità. Il diritto al benessere, a vivere una vita degna, alla propria cittadinanza sono diritti sanciti dalla dichiarazione universale dei diritti umani e per troppo tempo dimenticati nel Territorio di Trieste a causa dell’egoismo di pochi a danno di tutti.
É arrivato il momento di agire, di abbandonare inutili litigi, sterili polemiche, interessi personali ed egoismi stupidi quanto dannosi. Dobbiamo smetterla di aspettare che gli altri facciano qualcosa, dobbiamo smetterla di essere dei semplici spettatori e trasformarci in protagonisti, attori principali nella comunità triestina.
Parafrasando Kennedy, non chiederti cosa Trieste può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per Trieste.